L'Associazione "L'Albero Grande" ha curato il restauro degli affreschi cinque/seicenteschi della cappella della SS Annunziata nella Parrocchiale di Caramagna Piemonte.
Cappella della SS. Annunziata (prima a sinistra)
Questa fu indubbiamente la prima delle cappelle costruite dopo i lavori di ampliamento della chiesa, quando vennero aggiunte le due navate laterali, e cioè a partire dall'anno 1518.
L'ingresso è costituito da arco e pilastri a sezione di toro e definito da balaustra marmorea.
Gli affreschi della volta (catino ad ombrello) e delle lunette raffiguranti cinque cherubini con rose mariane, Santi Biagio, Stefano, Benedetto, Martino e Nicola sono ascrivibili alla seconda metà del '500.
Gli affreschi laterali raffigurano uno S.Rocco e S.Caterina (datato 7 ottobre 1607) e l'altro S.Giustina e S.Bernardo (riporta l'iscrizione "Elemosinis Societatis Santissimi Rosarii").
Tratto da "Il Monastero di S.Maria di Caramagna Piemonte" di Raffaella Greco e Laura Palma.
» RELAZIONE DEL DOTT. WALTER CANAVESIO
» RELAZIONE DELLA RESTAURATRICE CHIARA BETTINZOLI
Seguono le immagini di due particolari prima e dopo l'intervento.
RESTAURO CONSERVATIVO EFFETTUATO ANCHE GRAZIE A:
OSELLA DARIO E ANNA
DISCENDENTI FAMIGLIE GALLO
La conclusione del restauro dell'altare è stata effettuata anche grazie ai fondi raccolti dall'iniziativa
La Cappella situata nella navata laterale sinistra come prima Cappella verso la zona di accesso alla Chiesa risulta affrescata sia sulla volta che sulle pareti con figure di Santi scandite da specchiature con decorazione a finto marmo. Sulla volta sono raffigurati nei cinque spicchi delimitati da fasce di colore chiaro con motivo decorativo nastriforme, i cherubini eseguiti su fondo di colore scuro (blu-nero) con tecnica ad affresco alla fine del Cinquecento.
All'imposta della volta si delimitano tre lunette con raffigurati S.Stefano, S.Benedetto e S.Martino sulla parete di fondo e una lunetta su ciascuna delle due pareti laterali con raffigurati S.Biagio (a sinistra) e S.Nicola (a destra).
Su ciascuna delle due pareti laterali è presente nella parte alta un'apertura finestrata con profilo centinato al di sotto della quale è dipinta una specchiatura con un puttino alato. Sulla parete di destra è presente un riquadro con cornice entro il quale sono dipinti i Santi Rocco e Caterina d'Alessandria eseguiti con tecnica ad affresco nell'anno 1607, data leggibile sulla parte bassa della cornice dipinta del riquadro parzialmente coperta dall'addosso della parte terminale destra dell'altare di cui si legge "...NIE. ANNO DOI I607. DIE. 7. OCTOB". Sulla parete di sinistra troviamo raffigurati i Santi Giustina e Bernardo; gli affreschi presentano rifiniture con colori chiari a base di calce sui toni chiari e a secco sui toni scuri. Si intravede nella parte bassa della cornice dipinta l'iscrizione in latino "ELEMOSINIS SOCIETATIS SANTISS. ROSA..." e la scritta "S. IVSTINA" ai piedi dalla figura della Santa.
La Cappella presenta al confine con la navata laterale della Chiesa due colonne con sezione circolare quasi completa, attualmente decorate a finto marmo eseguito con tecnica ad affresco e lucidatura a caldo sormontate da un sott'arco a rilievo con sezione similare seppur ridotta a quella delle colonne su cui poggia.
La zoccolatura della Cappella presentava una ridipintura a finto marmo sui toni del colore marrone scuro eseguita parzialmente su una rasatura di manutenzione effettuata con malta a base cementizia e parzialmente sulla pellicola pittorica originale.
Il finto marmo originale risultava celato dalla suddetta ridipintura. Gli spazi non occupati dalle figure dei Santi sono decorati con semplici finti marmi sui toni del colore marrone-rosato.
In prossimità dell'altare centrale in muratura costruito successivamente, gli affreschi sono parzialmente coperti dall'addosso dello stesso.
I bordi laterali originali della nicchia centrale che attualmente ospita il dipinto tardo Ottocentesco raffigurante l'Annunciazione erano stati coperti da due fasi di ridipintura e da una integrazione di intonaco a base gessosa per adattare la misura della nicchia alla cornice lignea del suddetto dipinto. La rimozione di tali ridipinture ha messo in luce la continuazione della pellicola pittorica originale eseguita in affresco di colore grigio con una specchiatura dipinta verticale delimitata da filetti di colore chiaro e scuro. Il sott'arco di chiusura della cappella verso la navata presentava due differenti ridipinture e dalle lacune emergeva un colore blu-nero di fondo della stessa tipologia di quello utilizzato sulle campiture di fondo della volta attorno ai cherubini. Il palinsesto originale del sott'arco così come i capitelli della due colonne è quello attualmente visibile dopo la rimozione delle ridipinture; colore blu-nero di fondo steso in affresco su intonaco liscio e filetti di colore chiaro eseguiti con colore a base di grassello di calce a simulare dei grandi conci. Sui fusti delle colonne il colore blu nero presente in origine è stato successivamente rimosso per ospitare il finto marmo che vediamo attualmente di epoca tardo Ottocentesca. La parte sinistra della Cappella in corrispondenza soprattutto della volta risultava compromessa a causa di alcune infiltrazioni di acqua dalla copertura che avevano causato numerose macchie scure superficiali e conseguente movimento di sali solubili. Anche sulle lunette delle pareti erano presenti fenomeni di offuscamento della superficie consistenti in sbiancamenti superficiali più o meno generalizzati imputabili a fenomeni di efflorescenza salina che rendevano ormai quasi illeggibili le raffigurazioni. La causa di questo effetto "bloom" era stata agevolata dalla presenza di una ridipintura lacunosa e mal stesa eseguita in un intervento di manutenzione.
Erano presenti numerose fessurazioni longitudinali che interessano la superficie affrescata delle pareti, della volta e del sott'arco dovute a movimenti strutturali ipoteticamente di cedimento verso l'esterno del piano di fondazione della cappella. La fessurazione più problematica proseguiva verso l'interno della cappella delimitando una porzione molto ampia di sott'arco (circa due metri lineari) completamente slegata dalla volta soprastante che aveva causato durante il suo cedimento, altre fessurazioni sulla volta e un trascinamento di numerose porzioni di intonaco dipinto. Le fessurazioni, già datate, avevano subito almeno integrazione di superficie grossolana e debordante comprensiva di una ripresa cromatica completamente fuori tono. Sulla specchiatura dei Santi Giustina e Bernardo (lato sinistro) erano presenti numerose cadute sparse della pellicola pittorica con visione dell'intonaco sottostante dovute a fenomeni di umidità di risalita che interessavano anche tutta la parte bassa della zoccolatura al di sopra del piano di calpestio. Numerose erano inoltre le lacune causate durante un intervento di manutenzione grossolana dopo la rimozione di un cavo elettrico.
INTERVENTO EFFETTUATO
Dopo l'esecuzione delle indagini stratigrafiche che hanno chiarito l'estensione degli affreschi la prima operazione è stata quella di rimozione tramite discialbo con mezzo meccanico delle manutenzioni eseguite tramite stesure a base di calce.
La pellicola pittorica, dove presente, era in buono stato di conservazione tale da non richiedere nessun intervento di consolidamento superficiale. L'estrazione dei sali solubili nella zone con presenza di efflorescenze salina è stata eseguita tramite impacco con interposizione di carta giapponese tramite argilla assorbente (sepiolite) dispersa in acqua demineralizzata lasciata in posa fino a secchezza.
Per il consolidamento in profondità sono state eseguite numerose iniezioni con malta a base di calce idraulica alleggerita specifica per il consolidamento delle volte PLMA.
La pulitura della superficie pittorica è stata eseguita tramite impacchi con soluzione satura di carbonato di ammonio diluita al 10% con interposizione di carta giapponese e successivo impacco di acqua demineralizzata. Durante questa fase sono state asportate anche le ridipinture che risultavano sensibili al mezzo acquoso.
La rimozione delle stuccature non idonee per forma e composizione è avvenuta tramite mezzo meccanico (bisturi e martello e scalpello).
Le stuccature delle lacune di superficie sono state eseguite con malte a base di calce, sabbia e polveri di marmo mescolate in modo da ottenere un'idonea granulometria il più possibile simile a quella della superficie originale.
La reintegrazione pittorica è stata eseguita con colori ad acquerello tramite velatura sottotono delle abrasioni e integrazione con tecnica a rigatino sulle stuccature situate in parti vitali dell'opera.
Chiara Bettinzoli